LABORATORIO FIABE

Questa fiaba inedita può essere considerata una storia aperta. Essa offre spunti multiculturali sfruttabili per favorire l’educazione dei bambini rispetto "all’Altro" sia Straniero che "Diverso".

I personaggi citati nella prima parte sono protagonisti di fiabe classiche o comuni in diverse culture, possono essere facilmente rintracciabili le storie da cui provengono: chi è Zagul o com’è lafiaba del macinino che macinava sale che rende salato il mare? Due suggerimenti: la ricerca di altri personaggi di storie di altrove da inserire nell’elenco o la creazione di storie inventate dall’incontro di personaggi provenienti da paesi diversi. Altro spunto: si parla di dolci quali sono i dolci che ogni personaggio potrebbe portare per rappresentare il proprio paese di origine? E rispetto ai giochi e ai modi di giocare cosa esiste in paesi diversi? E sui diversi "posti" o i diversi modi di abitare? Quali sono i giocattoli tipici di zone diverse del mondo? E se in un giardino un giorno atterrasse anche un’astronave...

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Il libro, con la copertina rossa e le scritte in oro, era posato sul davanzale della polverosa soffitta. Forse qualcuno lo aveva dimenticato lì dopo averlo letto. L'abbaino era socchiuso ed era quasi sera. Dall'apertura sul tetto del vecchio edificio si poteva godere uno splendido tramonto. Da un lato la scogliera ed il mare spumeggiante, dall'altro le colline verdi e profumate, sotto le case, i cortili e le silenziose strade. Era una di quelle belle serate, quasi incantate.

D'un tratto la lieve brezza serale spalancò il libro... era un libro di fiabe di tutti i paesi del mondo. E il venticello iniziò a sfogliare, avanti e indietro, dolcemente. Come per magia, dalle pagine illustrate e colorate, le figure iniziarono ad animarsi, ad uscire dal libro, a prendere forma reale, a muoversi e a camminare. Anche le parole iniziarono a danzare.

L’aria passando tra i fogli produceva un sibilo lieve, quasi una melodia armoniosa. I personaggi del libro, con i luoghi, i castelli, gli animali, fiori e piante, gnomi e spiritelli, venivano fuori in modo disordinato. Non storia per storia, non ognuno nella propria ambientazione e con i propri compagni, ma alla rinfusa confondendo i riferimenti, le epoche e i tempi, i posti ed i paesi di provenienza.

Era bello vederli lì tutti insieme, tutti sparsi che cercavano di conoscersi, di presentarsi e di capirsi....

Hansel e Gretel finirono vicini a Zagul, un nomade del deserto del Sahara, con il suo tesoro sottratto agli orchi. Il Gatto con gli stivali vide Matisse uno degli Aristogatti e scambiarono due chiacchiere.

E il gufo Anacleto di mago Merlino incontrò l'Usignolo dell'imperatore della Cina e, il principe Canarino, di una fiaba piemontese, era contento di averli riconosciuti.

Poi c'era un profumato Tiglio di una storia poco nota e la Cicogna che aveva appena dato una lezione ad una Volpe antipatica di una favola di Esopo e c'era pure il cagnolino fedele di una storia cinese.

E lo zufolo di Beppe Ciuffolo di una storia abruzzese, con antiche origini medioevali, si trovò infilato nella scarpetta di cristallo di Cenerentola.

Poi c'era il diavolo che costruì il ponte sul torrente Tinella in una notte, beffato dal campanaro di una leggenda piemontese. C'era anche il macinino magico di una fiaba norvegese, quello che, caduto in fondo al mare, macinava sale. Una meravigliosa Farfalla di una storia di trasformazione si posò delicatamente sul tappeto volante di uno dei racconti di Sharazad durati mille e una notte.

Poi c'era Zlateh, la capra di Aaron, sopravvissuta con il suo padrone ad una nevicata di tre giorni in un villaggio della Polonia. E la foresta che strega Grifagna aveva trasformato in pietra. Il violino di uno spiritello di una storia buffa. Il drago con tre teste, vinto da Dauti, il giovane figlio di un pescatore di una fiaba irlandese. E ancora un anello magico: non si può dire con sicurezza da dove provenga perché lo si può trovare in diverse storie. Poi c'erano alcune principesse, qualche figlio di poveri contadini e streghe varie e diversi animali parlanti e perfino un mago.

Quella gran confusione allegra venne ad un tratto seccamente interrotta da un rumore, un tonfo. Un colpo di vento più forte aveva chiuso il libro e tutti i personaggi erano rimasti fuori, ma un cammello ed una fatina erano impigliati tra le pagine: stavano per uscire quando il libro s'era chiuso. Subito gli altri cercarono di aiutarli formando una catena, tirando la fatina per i capelli ed il cammello per la coda, in un attimo furono fuori.

Forse non tutte le pagine erano state girate e quindi non tutti i disegni erano stati animati, qualcuno era rimasto nel libro. Chi era riuscito ad uscire era contentissimo ed aveva una gran voglia di scoprire il mondo là fuori. La sera era tiepida e nel cielo la luna risplendeva, rischiarando ogni cosa.

D'accordo tra loro, i personaggi e gli oggetti decisero di andare all'avventura, passando dal lucernario sul tetto e poi giù per le grondaie fino alla strada. Si presero tutti per mano e via!

La magia continuava... man mano che respiravano il fresco della sera, crescevano diventando di grandezza naturale. Dopo un po' di ore che girovagavano felici, si fermarono. Ognuno cercò un posticino e si riposò un po’. Quando si risvegliarono la frenetica attività della cittadina era già iniziata e i vari personaggi, castelli, foreste e palazzi compresi, si sentirono spaesati. Dove erano capitati?

E cosa poteva succedere con tutti quei personaggi in giro senza che qualcuno si potesse accorgere che arrivavano da un libro di favole? Diventando vivi iniziarono ad avere bisogno di procurarsi il cibo... Per alcuni non c'erano problemi, ma per altri...

E sì! Erano usciti anche alcuni Orchi e un paio di Lupi Mannari... Potevano essere pericolosi. Una graziosa Fatina prese in mano la situazione e con un colpo di bacchetta magica li convinse a diventare vegetariani.

Riuscivano abbastanza a confondersi con il resto della popolazione. In fondo, tutti i giorni, s'incontra della gente strana o degli stranieri per le nostre strade. Si comincia a fare l'abitudine, a stupirsi meno di cose particolari.

Intanto i vari personaggi iniziarono a raccontarsi le loro storie e non solo quelle di cui erano protagonisti, ma anche quelle che nel paese d'origine avevano ascoltato, che magari nessuno aveva ancora scritto.

Ognuno, chi più, chi meno, si scopriva narratore, anzi per qualcuno era la prima volta che poteva liberamente dire. E chi nella sua storia aveva il compito di fare paura, ora era libero di portare storie tenerissime, sentite, ma mai espresse.

Così cammina e racconta, racconta e cammina... si ritrovarono in un giardino. Nessuno sapeva se fosse il giardino fatato dal libro uscito o il parco pubblico di quella cittadina, ma poco importava scoprirlo perché l'aria era tiepida e vellutata, il profumo fresco ed intenso, il rumore di sottofondo tenue e melodioso. C'era anche una fontanella gorgogliante e un signore che vendeva dolci, richiamando i passanti con una cantilena squillante.

Avvicinandosi al banco sentirono arrivare profumi delicati e altri più speziati che riempivano la bocca e inebriavano la mente, poi tutte quelle forme, quei colori, dai pasticcini col bianco della panna ed il rosso delle fragole in delicato equilibrio, alle fettine di Kiwi che alternavano il verde della polpa coi puntini neri dei semini...

La loro attenzione fu attirata in particolare da un vassoio con scritto "Senza nome". Conteneva dolci curiosi, leggeri, fragranti. Dopo averli acquistati iniziarono ad assaggiarli dicendo: "Sono leggeri come le pagine di un libro di fiabe"... "Sono friabili come l’incanto delle storie di fate"... "Sono dolci come l’amore delle principesse"... "Sono proprio come delle storie da sfogliare gustandole".

Qualcuno disse: "Potremmo chiamarli sfogliatele, così che ricordino sempre il mondo delle fiabe a chi li gusta", altri dissero "sfogliàtele", "sfogliatéle", insomma nacque una gran confusione. Perché tutti i personaggi potessero capirsi pronunciando nello stesso modo la stessa cosa, un Re saggio sentenziò: "Le chiameremo Sfoliatelle!".

E sentirono in lontananza il vecchio venditore cantilenante, dire allegramente: "Sfogliatelle... sfogliatelle fresche e delicate. Vi sentirete bene se le mangiate!"...

In una parte del prato alcuni bambini correvano allegramente, altri andavano in bicicletta, mentre certi giocavano per i vialetti.

I vari personaggi cercarono di avvicinarsi per vedere a cosa giocavano i bambini: alcuni di loro avevano una gran voglia di giocare dopo che erano stati per tanto tempo ad osservare...

Già perché dalle pagine dei libri l'unica cosa che si potesse fare era di guardare chi leggeva o chi sfogliava. Alcuni erano proprio divertenti, facevano delle facce buffe e alla vista di un mostro si spaventavano o si commuovevano al lieto fine... Qualche volta sospiravano o sussurravano le frasi più struggenti o declamavano le formule magiche come se si aspettassero la magia veramente.

Ogni personaggio aveva un lettore preferito. Figurarsi che una volta qualcuno aveva raccontato che in un paese c'era un bambino che non sapeva ancora leggere e allora il nonno, tutte le sere, leggeva al nipote le storie.

Il bambino dopo un po' le aveva imparate talmente bene che, quando il nonno non c'era, faceva finta di leggerle perché le sapeva e riusciva anche ad usare i toni giusti per le varie situazioni. Faceva vocine e variazioni e pause per le emozioni: anche le parole rimanevano incantate.

Che piacere vedere tutti quei bambini: alcuni giocavano a "Guardie e Ladri", altri alla "Settimana", qualcuno saltava alla corda ed altri ancora giocavano a "Strega tocca color". Le poche streghe presenti si sentirono subito chiamate in causa e non poterono più aspettare. Si buttarono nel gioco facendo la solita sarabanda, senza nemmeno presentarsi... Dal resto succede, ai giardini, di giocare senza dover spiegare niente.

Presto i bambini s'abituarono alla loro presenza: erano ben contenti perché volevano sempre stare loro sotto.

Qualche ragazzina giocava a palla contro un muro cantando una filastrocca e facendo ad ogni lancio della palla gesti diversi: piroette, battimani... Con una cantilena, un arabo con uno strano copricapo, chiese di giocare: il gioco era il medesimo, ma la filastrocca che lo accompagnava era diversa. E fu così che tutti i personaggi che avevano giocato almeno una volta in quel modo a palla, proposero le loro rime di accompagnamento.

Per la "Settimana" invece chi si avvicinava alle caselle disegnate a terra, proponeva modi diversi di realizzare il percorso.

Poi appena i bambini presero un po' di confidenza con i nuovi arrivati, chiesero se conoscevano altri giochi e qualcuno iniziò a spiegare e a mostrare.

Alcuni sapevano giocare molto bene con cinque sassi o con i noccioli delle pesche e di altri frutti. Tutti provarono e poi passarono ad altri giochi, alcuni tranquilli, altri più movimentati e faticosi. Quando quasi tutti si erano cimentati o avevano provato, insieme si sedettero al fresco sotto gli alberi verdeggianti e profumati. Con quella necessaria pausa ai bambini venne la curiosità di saper qualcosa di quei personaggi: li avevano fatti giocare, ora volevano sapere.

Sharazad in persona, che sicuramente sapeva ben raccontare, iniziò a parlare. "Ieri c'era un libro rosso posto su un davanzale ed il vento lo volle sfogliare... ". E la storia può di nuovo iniziare!

( Maria Varano )




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